Lo hai scritto proprio te, ricordi?
Non è stato il cosa, ma il come. Non è stato nemmeno il come, ora che lo hai spiegato, ma il motivo alla base del come.
Non sei un mentore, non sei un padre: entrambi avrebbero asciugato le mie lacrime.
Cosa ne è rimasto di te?
Non è mio uso essere drammatica, ma imparare, quello tento di farlo.
E cosa ho appreso? Che era più tuo interesse dimostrarti innocente e giustificarti davanti ad una persona della quale il giudizio non ti interessa. Non ti sei nemmeno lavato la coscienza con quelle parole. Hai solo parlato. A vuoto.
A chi parlavi?
Non a me, no di certo. Eri nel giusto e lo sapevi.
Non a te stesso. Non ti senti in colpa, non ti dovevi giustificazioni.
Parlavi alle tue orecchie, per sentire il suono della tua voce? O parlavi a quelle di un terzo che ascoltava poco lontano?
Ci vuole ben altro per ferirti. Certo. Non ti tange.
Eppure hai parlato.
Ogni parola è un mondo, tu hai ucciso milioni di miliardi di abitanti sospendendoli in un vuoto soffocante e silenzioso che è l'inutilità.
Certo, farò come hai detto.
Certo, non perdiamo la nostra stima.
Certo, ai tuoi occhi e ai miei niente è cambiato.
Ma perché parlare? Perché aprire bocca?
E' forse questo che rende la delusione cocente ed incurabile.
Il sapere che se non importa a me, e non importa a te, io divento invisibile.
Io prima o poi bevrò altra luce, e di nuovo avrò colore e spessore.
Ma per te se invisibile sono, invisibile resto.
Dopo sette anni, invisibile resto.
Dopo tutto il mio sangue, invisibile resto.
Dopo la mia indifferenza, invisibile resto.
Dopo la mia umiltà, invisibile resto.
E prima che scomparissi, invisibile sono restata.
E come se non bastasse, invisibile diventerai perché invisibile diventi ai miei occhi quando sprechi parole.
Ed io che non ti ho mai messo su un trono alto, ti vedo comunque cadere.
Quel palco ormai è vuoto. Restano solo delle scarpe da corsa inchiodate alle assi da anni,
sette, di più,
in attesa che la luce mi rigeneri dentro di esse
colando dall'alto
della mia grande,
impreparata
regia.
Jitzach Löwy Sai cosa penso? Che in fondo il tuo sogno è uguale al mio.
Franz Kafka Può darsi. Sì.
Jitzach Löwy Un bel giorno tutti gli eroi tramontano, i re cadono. Prima o poi Shavuoth finisce, per tutti.
Franz Kafka E a quel punto? Che succede?
Jitzach Löwy A quel punto scopri chi sei. O ci provi, almeno.
Essere pronti è tutto.
Kafka senza mentore è uscito dal
RispondiEliminafuco e farfalla senza ali c ha descritto
i nostri mali. Tutto finisce ma quello che conta è ancora il viaggio che due volte su due è un sogno.
passavo di qui...
RispondiEliminanessuno mai è pronto quando c'è d'andare via
RispondiEliminaBuon natale. Pare che con la fede, tutto passi.
V.
non sono sette anni (dal momento che pare tu ci tenga a sottolinearlo), ma io ti vedo benissimo.
RispondiEliminami sa che sbiadisci con l'uso.
gabriel