Oh Lillian, cosa hai fatto? Mi hai strappato il cuore, squartato e aperto solo per divertimento.
Oh Lillian, io sono figlio di un pover'uomo, da dove vengo io non ci sono gioielli preziosi.
C'era un anello in un cassetto, un pegno di amore. Apparteneva a qualcuno che non sono io. Apparteneva a qualcuno che non era mia nonna, che non era mio nonno. Non era mia madre né le mie zie.
Apparteneva a Lillian. Liliana. Eppure era chiuso bene nel cassetto, con un giro di chiave, quasi per rafforzare il concetto di proprietà che lo circondava, come quando i bambini stringono forte qualcosa trovata a giro, per illudersi di possederla.
Sempre Liliana era tutto quello che diceva. Una fede fuori posto rubata tanto tempo fa.
Oh Lillian, Liliana, che cosa hai fatto?
Sapevo che una volta cominciato non avrei potuto smettere fino a quando l'ultima goccia di sangue non fosse stata tirata fuori.
Un uomo povero, o forse suo figlio stesso, ha deciso di vendere tutto per qualche grammo di platino.
Tale as old as time, la passione rende folli. L'impotenza disperati. L'amore per una donna cieca, poveri.
Sempre Liliana, gli ha fatto dire.
E l'anello ha cominciato a parlare in quel suo moto infinito e circolare dicendo che sarebbe stata Liliana Sempre, ma non specificando in che modo, e a fare che cosa.
Oh Lillian, Liliana, che cosa hai fatto?
Liliana ha dimenticato uno dei suoi anelli, forse lo ha perso, così ha pensato.
Ma l'uomo povero non poteva perdere quello che non possedeva. L'uomo povero possedeva solo dolore e l'immagine di un anello.
Poi qualcuno che non figura in questa storia ha trovato valori materiali da smerciare, fino a quando tutto è finito come era iniziato, con l'anello in un cassetto. E' un anello viziato dal rancore, dalla sofferenza. E' un anello che fa gridare, fa chiedere perché a tutte le Liliane del mondo, fa strappare i capelli e mordere i fazzoletti, perché così andava fatto quando era Liliana a torturarti. Fa piangere fino all'asma fino a quando non inventi altre scuse per non pensare che non abbia senso quello che ti dice il tuo stesso cervello.
Fino a quando non pensi che morirai senza senno come un uomo povero.
Senza aver nemmeno messo un anello al dito della tua Liliana.
Oh Lillian, Liliana.
Il dolore che dai è sempre perfetto.
Oh Lillian, che cosa hai fatto?
Quanti cuori hai strappato, squartato, solo per divertimento?
A quante persone hai passato il dolore che hai chiuso in un anello?
Chi era stato così saggio da chiuderlo in un cassetto?
Questa storia non dovrei raccontarla. L'ho anticipato.
Questa storia non va pensata, perché quando racconti qualcosa, quando credi qualcosa, quando diffondi qualcosa, la sua idea comincia a vivere. Più persone assistono ad un evento, più questo è reale.
Più persone credono, più miracoli accadono. Più persone hanno paura, più la Paura si evolve.
Questa storia dovevo chiuderla a chiave come aveva fatto un saggio nonno.
Invece l'ho raccontata facendo crescere la paura.
Perché io sono malata, ora, e sto diventando povera.
E da un anno porto un anello di platino che dice
Sempre Liliana.
Oh Lillian...
-depeche mode-
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