Rielaboro - Sangue.
Ne ho ancora le mani chiazzate, in alcuni tratti.
Occhi troppo aperti per pulirle.
..E l'ho vista cadere.. come un'angelo..
Si.. lo avrei detto.. Sembrava un'angelo che cade di schiena.. Riesco a rivedere quella scena solo a Rallentatore.. Un tonfo e la sua espressione che muta.. Un angelo che cade di schiena sfracellandosi la nuca sullo stipite di una porta. Prima bianca, ora Rossa.
Mi giro come se fosse caduto un libro.. Lei è per terra. Si regge la testa. Mani sporche di sangue, sangue del mio sangue.
I gesti che seguono si fanno meccanici, veloci, predominati dalla razionalità. Nulla mi si smuove dentro. Nulla di nulla. E mentre le sirene si avvicinano.. Eccolo.. Ancora sangue del mio sangue.. Mia madre. e il suo Rosso sangue che le esce dal cranio..
Quantomai affascinata. Sembra una pozza d'acqua scarlatta che si allarga piano piano, alimentata da un ruscello nascosto..
In questa totale indifferenza cinica, aspetto che le porte si chiudano, che le sirene sfreccino lontano. Poi. Poi prendo il mio oggetto e rapisco immagini tinte di
rosso.
Pazza, macabra. Macabra e pazza. Nella più totale freddezza di un fotografo da poliziesco.
Scatto. Scatto. Posiziono le luci. Scatto.
Alzo quel foglio di giornale, che copriva la pozza più grande. Scatto.
Che schifo.. Sembra.. sembra.. un pezzo di sangue di cranio di cervello. Di mia madre.
Scatto.
Con la precisione di un catalogatore sollevo borse del ghiaccio grandanti porpora. Guanti di lattice screziati di magenta. A mani nude faccio un pacco, butto via.
Tutto il lavabile, finisce sotto l'acqua scrosciante della cucina. Rossa. Tutto ciò che vedo è rosso.
E ora? Torno. Secchio e straccio. Raccolgo pezzi di nonsocosa di sangue di cranio di tessuto capillare di cute di cervello. Di mia madre.
Nell'aria.. Nell'aria c'è un tanfo strano.. Un tanfo di sangue, di morte. Non lo conoscevo, e lo riconosco mischiato alla varichina limonacea di questa schifezza che spruzzo nel secchio. Passo e ripasso. passo e ripasso. Non va via. Passo e ripasso. Non va via. Passo e ripasso. Va via. passo e ripasso. Non c'è più nulla. passo e ripasso - come un'automa inceppato - passo e ripasso.
Getto lo straccio Rosso nell'acqua. Rossa.
Il cervello non elabora.
Mi rollo una sigaretta.
..ma. non si fuma in casa..
e penso:
..tanto è all'ospedale.
Accendo.
Mi faccio più paura
di un'angelo che cade e giace nel suo stesso sangue. Sangue del mio Sangue. Di mia madre.
Angeli caduti, angeli spiaccicati, angeli sfracellati, angeli fatti a pezzi. Spero che tua madre si riprenda. [ jam! ]
RispondiEliminaangelo spiaccicato. sei soltanto un'altro aspetto della realtà.
RispondiEliminagrazie Elio.
grazie mente demente.
Buon Natale, sorellina, stammi bene :* [ jam! ]
RispondiEliminaDecisamente pesante.
RispondiEliminaUn qualcosa di extrasensoriale in questa narrazione..
..Attanagliante e spaventevole.
Finalmente, una morte dell'ipocrisia.
Buon Natale.
Sangue del tuo ..
RispondiEliminaSangue cinico ma sempre reale
troppo presente e dimenticato in questo nostro finto natale dei consumi..
Buone vacanze trj
più che paura, fai schifo.
RispondiEliminaapparte l'ultimo post che fa un tantino effetto oO è stupendo questo blog!!passavo di qui,ti lascio un saluto..buone feste
RispondiEliminaanch'io ho paura di me
RispondiEliminaspesso