mercoledì 22 dicembre 2004

Rielaboro - Sangue.


Ne ho ancora le mani chiazzate, in alcuni tratti.
Occhi troppo aperti per pulirle.


..E l'ho vista cadere.. come un'angelo..
Si.. lo avrei detto.. Sembrava un'angelo che cade di schiena.. Riesco a rivedere quella scena solo a Rallentatore.. Un tonfo e la sua espressione che muta.. Un angelo che cade di schiena sfracellandosi la nuca sullo stipite di una porta. Prima bianca, ora Rossa.


Mi giro come se fosse caduto un libro.. Lei è per terra. Si regge la testa. Mani sporche di sangue, sangue del mio sangue.


I gesti che seguono si fanno meccanici, veloci, predominati dalla razionalità. Nulla mi si smuove dentro. Nulla di nulla. E mentre le sirene si avvicinano.. Eccolo.. Ancora sangue del mio sangue.. Mia madre. e il suo Rosso sangue che le esce dal cranio..


Quantomai affascinata. Sembra una pozza d'acqua scarlatta che si allarga piano piano, alimentata da un ruscello nascosto..


In questa totale indifferenza cinica, aspetto che le porte si chiudano, che le sirene sfreccino lontano. Poi. Poi prendo il mio oggetto e rapisco immagini tinte di
rosso.
Pazza, macabra. Macabra e pazza. Nella più totale freddezza di un fotografo da poliziesco.
Scatto. Scatto. Posiziono le luci. Scatto.
Alzo quel foglio di giornale, che copriva la pozza più grande. Scatto.
Che schifo.. Sembra.. sembra.. un pezzo di sangue di cranio di cervello. Di mia madre.
Scatto.


Con la precisione di un catalogatore sollevo borse del ghiaccio grandanti porpora. Guanti di lattice screziati di magenta. A mani nude faccio un pacco, butto via.


Tutto il lavabile, finisce sotto l'acqua scrosciante della cucina. Rossa. Tutto ciò che vedo è rosso.
E ora? Torno. Secchio e straccio. Raccolgo pezzi di nonsocosa di sangue di cranio di tessuto capillare di cute di cervello. Di mia madre.
Nell'aria.. Nell'aria c'è un tanfo strano.. Un tanfo di sangue, di morte. Non lo conoscevo, e lo riconosco mischiato alla varichina limonacea di questa schifezza che spruzzo nel secchio. Passo e ripasso. passo e ripasso. Non va via. Passo e ripasso. Non va via. Passo e ripasso. Va via. passo e ripasso. Non c'è più nulla. passo e ripasso - come un'automa inceppato - passo e ripasso.


Getto lo straccio Rosso nell'acqua.            Rossa.


Il cervello non elabora.


Mi rollo una sigaretta.
..ma. non si fuma in casa..
e penso:
..tanto è all'ospedale.


Accendo.






 



 






 


 


 


Mi faccio più paura
di un'angelo che cade e giace nel suo stesso sangue. Sangue del mio Sangue. Di mia madre.





 


 


 
















Guarda guarda chi si vede.


Il Lupo è tornato ad ululare alla Luna.


La Luna ha sorriso con nonchalance.


La nonchalance ha nascosto due mani frenetiche che giocavano.


 


"Dove stai andando..?"
"Chi?? Io??"
"Uhm.. Faccio finta di non vedere.."
"..."
"..."
"No, scusa, forse.. Forse questa volta sola.. Non volevo.."


 


..::EGO GAME::..


Complimenti! Hai fatto esplodere il contatore!
Punteggio approssimabile a:


2700 Punti!


 


 


"Ma io davvero non volevo.."
"Se.. blablabla.."


 



 








lunedì 20 dicembre 2004

Seduta sul cesso. In quel cesso piccolo e bianco, un tempo sgabuzzino, che fa da container per il disordine di prodotti mai usati. Creme, trucchi vecchi, matite vecchissime, uno spazzolino abbandonato su un ripiano grigio di polvere, miliardi di campioncini di bagnoschiuma ai loro odori improbabili. Seduta. Solo per sport. Appoggio la schiena allo sciaquone, alzo le gambe fino a incastrare la suola della mie vecchie scarpe da ginnastica, senza più colore, sul lavandino. Accendo la sigaretta, sapientemente rollata pochi minuti prima davanti allo sfavante schermo di questo pc. Qualche ricciolo di fumo non aspirato. Scarico bombe di cenere chinandomi al limite della mia muscolatura nel buco di metallo dove di solito finisce l'acqua che al mattino lava la mia faccia impiastricciata di trucco. Dal suo libro il vecchio Baricco mi vomita addosso sculture barocche di attualità, con la sua intricata dialettica che mi fa incazzare, perchè me l'ha rubata. Fumo nella rilassata consapevolezza dello spazio di pochi metri che mi incastra su un gabinetto chiuso. E forse, mi viene in mente, che potrei produrre parole lineari a volte, che chissà come mi sfuggono sempre. Ci penso. Ci ripenso. Fumo. Ci penso. Leggo. Ci  penso. Fumo. Aspiro. Espiro. Ci ripenso. Mi alzo. Con un calcio mirato alzo la seggetta, volo la mia sigaretta nello scarico con un biscotto delle due dita, riproducendo con la bocca  il suono di un'ordigno esplosivo lanciato in una guerra a caso. La guardo accasciarsi nell'acqua trasparente. Senza voltarmi do un colpo di polso al rubinetto del lavandino. Vengo investita da mille schizzi direzionati dal calcare che lo intasa. La cenere scorre via lasciando tracce grigie. Tiro l'acqua. In un Vayon di suoni attendo il silenzio. Chiudo. Spengo il faretto caldo. Esco.


Lineare.


Aggiorno l'Ego Counter.

giovedì 16 dicembre 2004

Silenzio.


Stanza semivuota, piena solo di me e qualcos'altro. Penombra bluastra, luce di un monitor.


Ancora silenzio. Qualcuno sussurra qualcosa, ma in questo momento non ho nulla da dire.
..nulla da dire..


Che strana pace.. Che strana sensazione di pieno e vuoto, di essere, per ora, "a posto, grazie."
"sicuro, non vuole nient'altro?"
"no no, grazie, sono a posto così."


Strano.
..Strano..


Alla TV,-lontana, fuori dalla mia penombra- qualcuno ha appena vinto 500.000 euro.
E sono non da sola in questo secondo di stasi.


Il mondo mi osserva perplesso per un'attimo, come se il Bianconiglio, mentre milioni di occhi lo seguono, si fermasse tranquillo, per un secondo..


Bello. Grazie.
Mi sblocco.
Ma..


".. davvero, grazie.."
"ne è sicura, signorina..?"
"..si.. ...
...
ah, mi scusi, ho cambiato idea, mi porterebbe un caffè?"


Fine.












mercoledì 15 dicembre 2004

..Attendo una sigaretta.
e scrivere. scrivere, me ne accorgo, è una specie di sanguisuga.                               [Stacco di basso]
Riversi. E ricevi in minima parte. E' una vigliacca maniera di intendere chiuso un capitolo. Un'errore facile . Che a me fa paura.
Ma alla fine. Ma alla fine.


Ho la sigaretta. E scrivo.
E quindi tra un'ipotetico sbuffo di fumo e un'altro. Mentre tabacco per ora immaginario mi rimane amaro tra le labbra. Io mi consumo al pari della mia compagna attesa. Lasciando cenere al mio passaggio.


E' un mostro delizioso.


Verde. Certo. Cosa non lo è a questo punto?


Accesa di sfrigolìo. Pensante. Sfrigola qualcosa tra le pieghe carnose del cervello. Umidiccio viscido conduttore di pensieri neuronici.

Mi salvo piano piano [e voloce come lo stacco di basso] tra le parole. Nuoto in mari di inchiostro vero e virtuale.

Alla fine
affogo
solo
nella
musica


..e nella mia musicalità.-


a dopo.
Tanto ci sono.


.::EGO GAME::.
Hai totalizzato


1000 punti.

















lunedì 13 dicembre 2004

Che io stia perdendo il controllo delle parole?


..Questo limite di Omertà, di lunghezza, di esplicito, di colore.


Era il mio gioco preferito. Ora un po' mi spiazza..


Torno a sognare pagine gialle. Quadretti gialli. Penne Gialle.
Gialle.


"Ora.. sii sincero.. Ma.. cioè.. mi capisci quando parlo?"
"..Si.. Certo."



..Perchè ultimamente la presunzione dilaga così senza margini?
Perchè tutti sanno già tutto? Ma tutto tutto..



..Cosa mi salva?



                                                                   Omertà.
                                                                           E idiozia.



E allora c'è un senso. Grazie.



"Ora.. sii sincero.. Ma.. cioè.. mica pisci quando parlo?"
"..Si.. Certo."




                   


                         "hehehehe.."




e sembra strano.. ma anche tutto questo fa punti..


Anche questo è una tarantella.












venerdì 10 dicembre 2004

si insomma,  è tutto così strano. Quella giacca dico, l'ho portata tutti i giorni, conosco a memoria la sua scucitura a destra e il primo bottone che mi infastidisce se ho la sciarpa.- e .. quelle tasche, santo cielo, c'è stato di tutto lì dentro. Mappe del metrò, documenti, fogli senza valore, foglietti con indirizzi, guanti congelati, cellulari inutili, carte di caramelle, pezzi di plastica, bustine vuote, foglie di Notre-dame, gessetti, plettro, bustine di zucchero, fili per scoobidoo, poesie, penne, testi di canzoni, elastici per capelli, cappelli, filtrini pronti per l'uso, pinze, una molletta, pacchetto di Camel Morbide (perchè sono più maleducate), accendini, pacchetti di gomme da masticare, fazzoletti usati, biglietti del treno, mappa di parigi, gomme cadute dal loro pacchetto, lapis, trincetto, sassi, pezzi di manifesti, bigliettini pubblicitari, le mie mani.. e..


si insomma, è una cosa strana. e bellissima.
                                   E io in quest'alba fastidiosa, a pochi metri da casa, infilo le mani in tasca con un gesto istintivo, e al primo colpo le prendo, mai notate in tutto quel traffico lassù,


 


Le chiavi di Casa.


Ancora Felice.


 


 


 


Sono tornata!


sabato 4 dicembre 2004


Con un cappello a tesa larga, forato da colpi di pistole veloci, faccio oscillare la mia vita a tempo di questa canzone folk..


mi lascio guidare dal ritmo di questa chitarra mentre il cavallo ondeggia sotto al mio perso.. e cavalco in praterie del West.. Il vecchio West..


Un winchester addormentato al mio fianco penzola sbattendo piano contro la pentola scrostata allacciata alla sella.. Vecchio amico mio, sei uno sparatore di polvere ora..


..Nuvolette di sabbia si alzano al mio passaggio.. Un sorriso incurva le mie labbra aride di strada.
Ed ecco, lo sento.


E' questa la felicità..


 



..Prendo il mio coltello indiano, senza più punta, senza più sangue.. Un'altra tacca sul vecchio Winchester.


..Lancio nel vento carte da Poker, tanto torneranno a me.


 


Tutta la vita, nel vento e nel mio sigaro.
Grazie, è stato fantastico.


 


..:Ace Of Spades:..  



venerdì 3 dicembre 2004

E mi concentro su mille stupide piccolezze..
Questa buccia di mandarino afflosciata sulla formica bianca..                                                                                               


Mi sento dondolare la testa. Non è sonno.


Saranno i pensieri.. Il caos infinito che prende possesso di me. Che non mi fa capire..



Ho visto il tramonto e ho avuto paura,
paura della sua freddezza.
Non voglio tornare ad essere solo un meteo. Vorrei solo smettere di oscillare.


la percezione gialla si amplifica.


Ecco. chiudo gli occhi, appoggio la testa al tavolo e le mani mi riparano il viso.. Potrei stare qui per ore..


E ore.



..e impazzire nella certezza di quanto sia inutile.



parole. parole sprecate. parole battute nel silenzio. ticchettio infame di insulsaggine.


Dio come odio tutto questo.


tutto questo battito di pensieri informi - senza criterio - senza ritegno.


Il collo non sorregge la testa pesante.



E..


..E fino a ora dicevo di essere felice. Fealissi..


E..


Ho bisogno di ricaricare.


E..


E. Ora che ci penso..


Mi sono proprio rotta le palle.


No, non ci siamo capiti, simpatici abusatori di pompe di allegria. -Basta beneficenza. Il baracchino ha chiuso da mezz'ora. Siete pregati di lasciare il locale pulito come lo avete trovato. Grazie e arrivederci.
Mi prendo le ferie.


Lasciatemi alla mia natura di stronza,
di questo ho bisogno. Di questo mi approprio. Di questo mi cibo ora che vedo,


che esco nel freddo della notte appena calata.


che canto la Mia Melodia a Me Stessa.


Che sono Egoista.


Che sono Egocentrica.


Che sono Autarchica.


Mi dispiace. Ve lo lascio scritto,
Il solito post-it giallo sul frigo:


non torno per cena.






 


 


Ho bisogno di vivere un po'.


 


 


 


 


 


 


 


 
















-nella foto, io sono quella a sinistra.-