giovedì 17 novembre 2005

Con ogni clima
In ogni stagione,
Vi ho scoperti ed irradiati di luce riflessa.

Ho morso l'aria con in miei denti cavi,
Ed ho estratto sostanza
Che vi ha rigenerati.

Non ho soppesato anime
Non ho barcollato su di voi
Poichè il mio peso era già carico di passato,
E di bottiglie bevute.

Non ho rubato il vostro lavoro
Non ho pagato i vostri usurai
Non ho prestato conio e moneta di scambio
            per lavare la vostra moralità.

Non ho preso  a casaccio
Non ho staccato dita e sinapsi
Non sono discount, non sono filatelica.

Ma ho scavato nelle vostre lettiere
E nei vostri comò di gioielli
Ho fotocopiato e archiviato
Senza rubare, a volte strappando.

E ora che mi guardo
Tremante di mattina
Le mie mani rovinate mi rovistano i ricordi che non sono miei.

Vi ho condotto all'elettricità,
Nell'ossigeno e nel carbonio
            di cui siete fatti.

Ho lasciato che tagliaste,
            col filo di un bisturi,
I segmenti che più vi piacevano.

Se il mio sangue si è sparso
L'ho voluto e basta.

Se qualcuno in fine, si chiederà il Perchè,
Mi vedrà osservare il cielo.

E se questo è il mio Delirio,
Fatevi il vostro, e provate a battermi.



sabato 12 novembre 2005

Cosa succederebbe se il soffitto crollasse.
    D'un tratto, ma languido
        Come se Lentamente
da MaestrodellePagine
        Si sciogliesse.

E quella Libertà luminosa della sua fiaccola astrale
    decade lenta, lucida, liquefacendosi.

Il mio sogno ad occhi aperti che continuo a visionare.
Sono stanze dettagliate, di colore azzurre, di odore giallo,
                di colore muffa e di odore caldo

che si squagliano.
    che si squagliano, io in mezzo,
    si squagliano senza tangermi, e avanzano in fast forward negli anni.

La decadenza dell'affresco di luce mi sconvolge da sotto i riflettori.



Ma io osservo il tempo e lo spazio,

    vivendolo altrove.