mercoledì 26 gennaio 2005

 Una porta bianca, che trovavo sempre aperta, chiusa.

E quel ricordo di te che hai lasciato penzolare giù dallo stipite.

..quindi tornerai..

Non lo pensavo..
               Ho pensato di poterlo pensare
                       Ma già ti ricordo come un passato.

Immagini di questa cucina sotto lente giapponese.  Birra, vino, e tu estraneo in una cappa di fumo.

Quante cazzate hai detto.
                                          Eppure.

Non pensavo fosse pensabile.
Ho pensato di pensarlo.
Ma non di pensarlo reale
Possibile, realmente pensabile.

Un po' mi manchi.

Te e la connessione di razza che non rinnegavi solo per mio piacere.
Te e i tuoi segreti arricciati nelle storie delle tue favole. Te e la tua immaginazione.
Il tuo anello, perfetto e tondo, incatenante te e il tuo collo, mai il mio.

E quelle medagliette come trofei al valore tintinnanti per un nulla di fatto psicologico.
Ora sulla porta. Ferme.

Starei ore a guardare quel bianco fermo.
In attesa che si apra.
Forse.

Come se dentro trovassi il tuo segreto fatto cadavere.

E, ti assicuro, non lo pensavo.
E, ti assicuro, mi manchi.
E, ti assicuro, Forse.

sabato 15 gennaio 2005

 Non è il passare i giorni, le ore, i  minuti senza di questo. I miei pomeriggi si diluiscono nelle letture, nelle distrazione, nelle astrazioni di questa mente perversa. Passo le mie serate stappando bottiglie su bottiglie, su cuscini dagl'odori sempre diversi. Veglio su me stessa, parlo da sola, mi ordino imperativi e mi faccio domande, scrivo, disegno, annuso. Vagabondo in compagnia del mio riflesso dai tratti lunari.

Nella felicità profonda della mia autocoscente solitudine.

.Poi arrivo a sera, al giorno che si affaccia dopo mezzanotti gelide di gennaio, e mi inganno in piccoli lazzi di cui non ho bisogno. Evito il letto. Fisso il mondo con gli occhi sgranati della civetta. Non voglio concludere / da sola. 
Non voglio stare senza il fresco soffocante tepore della mia cura.
E da sola non ci riesco. Mi maschero da sigaretta, ultima compagna di orecchie che fischiano bombardamento da amplificatori.


Buonanotte Mescalina.

mercoledì 12 gennaio 2005

Ho danzato ancora il Valzer della Notte Bianca
Costretta tra le coperte soffocanti
Che mi si avvinghiavano addosso.
E occhi spalancati al soffitto
Non danno tregua a chi rinnega principali funzioni vitali.

Mi sto annullando con cognizione di causa.
Ho messo la vita un attimo in stand-by.
Ho incubi senza nome, a occhi aperti.
Dimentico i sogni che non faccio.

Sai cos'è?

E' che il mio sonno te le sei portato via te.
Forse sei solo una maschera dell'inerzia.


 

Perdo punti..

martedì 11 gennaio 2005

Insonnia. 





















So what happens now?





So what happens now?











Where am I going to?













You'll get by, you always have before











Where am I going to?


















Don't ask Anymore.






martedì 4 gennaio 2005

Dove abito io non si vede. Nella meraviglia dei palazzi che mangiano quadrati di cielo, non si riesce ad avere una visione complessiva delle sfere che ci ruotano intorno.
Dove sono stata, negli ultimi giorni, neanche da lì si vede. Ancora più decadentemente civilizzato. In ogni sporco angolo tra marcapiede e muro si intravedono visioni pulp della realtà cementata.


Eppure.


Eppure mentre correvo forte, mentre i miei anfibi sleazy polverosi e maleducati battevano gli ultimi rintocchi di suole che hanno visto tutto
sull'asfalto, avevo lo sguardo puntato al cielo squartato con meno precisione che nella mia giungla personale.


Ho inspirato tutte le stelle.


Una piccola Sonic con i pantaloni sporchi di argilla che corre a comprare le sigarette, coscente che a ogni corsa verso il distributore, allunghi la fatica a quella dopo. Ma sono dettagli.


Il punto è che ero questa piccola Sonic che si era nutrita di stelle e correva come un missile terra-terra. Niente capelli blu, intendiamoci, ma comunque una bella cosa. O almeno così mi pareva.



Lo so lo so.
Non fatemi pressione.
Lo so cosa c'era..


Scusa, è tanto più facile parlare delle stelle. Quelle.. quelle stanno lì.. Non fanno male a nessuno. Insomma. Sono descrivibili..


Invece..


 


 


 


 












 


 


 


Eccomi qua.
Lo specchio si specchia.