mercoledì 22 luglio 2009

Mi ha chiamata indietro. Mi ha risucchiata con due accordi. Come cazzo succede?

Ogni onda di suono fa nascere foreste, sbocciare felci e palme alle stesse altitudini, fa crescere rocce aride e modellate dal vento, scorci di sentieri gialli come le giuste strade di OZ e visioni del mare. Mi stacca dal midollo spinale ricordi che non sapevo di avere. Ed è solo l'inizio.
Queste scale particolari, questo cadere da una nota all'altra della chitarra fino al rombo di batteria e basso all'unisono che danno tempi nuovi. Questi crescendi, queste urla educate, il suo accento inglese pulitamente europeo.
Dio.. che succede? Possibile che esistano tempi in cui il corpo è così incerto che la musica te lo modella così come fa il latte che bevi alla mattina? Possibile che ci sia una sostanza, una vitamina, una proteina musicale che ti forma pelle ossa e sistema nervoso?

Ballad semplici per anime intricate da sciogliere come nodi gordiani, col solo ausilio del mondo bastardo e affilato.
Hanno tenuto per anni in vita questa fiamma per me, prendendo polvere da uno scaffale, lasciati per ultimi come i salatini a forma di pesce in favore dei mini pretzel.
Eppure mi suggerivano da sempre, i pochi superstiti, che era solo con loro che davo il cento per cento, che le ruote giravano senza sentire fatica, che i sogni si risvegliavano brillanti e vividi anche le mattine più stanche per colorare di dettagli inesistenti le giornate.  Eppure mi dicevano sempre che c'erano solo alcune canzoni che ascoltandole una volta sola ti facevano leggere da capo tutto un libro, come un bisogno irrinunciabile.

Come cazzo è successo?

Mi ha liberata in due accordi e ora mi chiude in domande insidiose.
Esiste un'età? Esiste uno stato d'animo tipico del passaggio? Esistono emozioni scontate?
Perché deprecare quelle combinazioni fortunate che stimolano l'essere umano quasi nella totalità? Chi oserebbe toccare Imagine, Blowing in the Wind, Hotel California, solo perché è facile amarle?
E più nello specifico, cosa dovrei fare ora? Tornare indietro? A che cosa?
Alla mia musicale scatola di cartone?
Alla ricerca di nuovi tesori nelle miniere abbandonate?

E lui mi risponde dallo stereo urlando con la sua voce dolcissima
Canta con la forza di sempre, solo per me, accordi distorti e lunghi, mareggiate di ricordi e cerchi di luce di notte evidenziati dalle candele

Lui canta con passione la mia passione
E sa di stare cantando un addio.

Alza di un tono il ritornello, mi riporta sul mio letto blu, mi inchioda alle ultime note, non vuole lasciarmi, non siamo più gli stessi
siamo troppo vecchi
abbiamo già visto troppo
ci siamo consumati tra di noi.

E si arrende, sapendo che tornerò a trovarlo.


La mia incognita rimane sempre il tempo.




will you wait for me forever?
-stratovarius

venerdì 10 luglio 2009

Una storia che non dovrei raccontare:

Oh Lillian, cosa hai fatto? Mi hai strappato il cuore, squartato e aperto solo per divertimento.
Oh Lillian, io sono figlio di un pover'uomo, da dove vengo io non ci sono gioielli preziosi.

C'era un anello in un cassetto, un pegno di amore. Apparteneva a qualcuno che non sono io. Apparteneva a qualcuno che non era mia nonna, che non era mio nonno. Non era mia madre né le mie zie.
Apparteneva a Lillian. Liliana. Eppure era chiuso bene nel cassetto, con un giro di chiave, quasi per rafforzare il concetto di proprietà che lo circondava, come quando i bambini stringono forte qualcosa trovata a giro, per illudersi di possederla.
Sempre Liliana era tutto quello che diceva. Una fede fuori posto rubata tanto tempo fa.

Oh Lillian, Liliana, che cosa hai fatto?
Sapevo che una volta cominciato non avrei potuto smettere fino a quando l'ultima goccia di sangue non fosse stata tirata fuori.

Un uomo povero, o forse suo figlio stesso, ha deciso di vendere tutto per qualche grammo di platino.
Tale as old as time, la passione rende folli. L'impotenza disperati. L'amore per una donna cieca, poveri.
Sempre Liliana,
gli ha fatto dire.
E l'anello ha cominciato a parlare in quel suo moto infinito e circolare dicendo che sarebbe stata Liliana Sempre, ma non specificando in che modo, e a fare che cosa.

Oh Lillian, Liliana, che cosa hai fatto?

Liliana ha dimenticato uno dei suoi anelli, forse lo ha perso, così ha pensato.
Ma l'uomo povero non poteva perdere quello che non possedeva. L'uomo povero possedeva solo dolore e l'immagine di un anello.

Poi qualcuno che non figura in questa storia ha trovato valori materiali da smerciare, fino a quando tutto è finito come era iniziato, con l'anello in un cassetto. E' un anello viziato dal rancore, dalla sofferenza. E' un anello che fa gridare, fa chiedere perché a tutte le Liliane del mondo, fa strappare i capelli e mordere i fazzoletti, perché così andava fatto quando era Liliana a torturarti. Fa piangere fino all'asma fino a quando non inventi altre scuse per non pensare che non abbia senso quello che ti dice il tuo stesso cervello.
Fino a quando non pensi che morirai senza senno come un uomo povero.
Senza aver nemmeno messo un anello al dito della tua Liliana.

Oh Lillian, Liliana.
Il dolore che dai è sempre perfetto.

Oh Lillian, che cosa hai fatto?
Quanti cuori hai strappato, squartato, solo per divertimento?
A quante persone hai passato il dolore che hai chiuso in un anello?

Chi era stato così saggio da chiuderlo in un cassetto?


Questa storia non dovrei raccontarla. L'ho anticipato.
Questa storia non va pensata, perché quando racconti qualcosa, quando credi qualcosa, quando diffondi qualcosa, la sua idea comincia a vivere. Più persone assistono ad un evento, più questo è reale.
Più persone credono, più miracoli accadono. Più persone hanno paura, più la Paura si evolve.

Questa storia dovevo chiuderla a chiave come aveva fatto un saggio nonno.
Invece l'ho raccontata facendo crescere la paura.

Perché io sono malata, ora, e sto diventando povera.
E da un anno porto un anello di platino che dice
Sempre Liliana.





Oh Lillian...
-depeche mode-