martedì 10 aprile 2012

Le mani lunghe dei miei sogni arrivano a disturbare la superficie del giorno,
increspandolo di memorie, di cose già viste, di immagini di desideri nascosti.
I brividi della notte mi si ripropongono, strattonando la mia attenzione.
Sono occhi come prigioni, momenti di fiato rubato.
E vorrei cantare le canzoni che da bambina mi ricoloravano la memoria del sogno per farlo diventare realtà, ma so che non posso, so che non devo.
Non posso usare i miei poteri questa volta, perché ne deriverebbero grandi responsabilità.


Eppure c'è qualcosa laggiù, in quei fiumi distanti, che mi inviterebbe a nuotare e nuotare, con la libertà infinita di avere la costa alle spalle e il mondo ancora davanti.
Ad abbandonarmi, perdermi, affondare. Scoprirne gli abissi verdi più remoti e lasciare che i pensieri di quel mare mi vibrino dentro, mi completino.


E poi aprire la bocca e fare entrare il mare dentro, in un bacio che affonda.
Alla fine vorrei solo quello, solo una volta, solo un momento.


Solo mani calde che mi prendano per le braccia e mi affondino.
Solo la testa leggera di chi non ha più ossigeno.


Vorrei, vorrei davvero,
svenire così nelle braccia del mare, catturare le onde,
affogare nel sogno,


vorrei davvero,
ma i sogni costano molta realtà.






...a blue blue sea
on a blue blue day

mercoledì 4 aprile 2012

La mia lista di desideri è un esercito di tarli che stanno cercando di distruggere tutto il bell'arredamento del mio sanctum interiore.
Voglio abbandonare a mezzo un progetto che non riesco a finire, e così crollano le mie aspettative di raggi di sole che mi svegliano con un bacio.
Voglio dormire, dormire, dormire. Voglio scivolare su tutte le ore della giornata come su una canoa incurante del fiume in piena. Così distruggo la mia illusione di essere precisa. Ottima.
Perfetta e instancabile.
Vorrei strapparmi di dosso queste merdosissime sneaker da adolescente e tornare a graffiare le strade bagnate di notte. 
Ma così otterrei solo più discordia, più sonno, una casa più disordinata a cui tornare.


Voglio un segno che mi dica cosa fare, ma così perdo fiducia nel mio istinto.


E poi a volte voglio cose che era giusto volere, per provarle e levarsi lo sfizio di averle provate. Per trovare riconferma della mia solitudine intellettuale in un mondo molto molto distratto.


Ed ecco che ho dipanato la storia di un anno in una simulazione ben strutturata di una giornata. Non ho bisogno di altro per conoscere già i limiti di tutti questi buoni propositi.
Finirà anche questa moda.


E il mio buonumore consueto viene logorato dalla noia. Dalla banalità. Dall'indolenza.




Posso solo sperare che una risata ci salvi, e che non ci seppellisca.

martedì 3 aprile 2012

Avrei dovuto prendermi il mio tempo, giorno per giorno. Soffermarmi quando era richiesto e non correre sempre via, dimenticando i ricordi, lasciandoli svolazzare dietro di me come un foulard.
Ora invece arrivo qui, col fiatone, le scarpe sporche. E mi sento estranea perfino in casa mia, che è così cambiata.
Per ritrovare il mio sentiero mi serve, a volte, un buio saturo di fumo. Mi serve l'oscurità che mi toglie le distrazioni da davanti agli occhi.
Mi si risvegliano dentro le emozioni che la quotidianità mi strappa via. E ogni volta che apro questi nuovi occhi mi chiedo se stia facendo la cosa giusta, o se prima o poi scoprirò che il mio spirito non è un animale che ama le gabbie, e tornerà pieno di rabbia e vendetta contro di me.
Ora ho un momento di assonnata malinconia, e tutto mi mette male allo stomaco. Ogni canzone mi fa gli occhi lucidi. Vorrei solo correre via ed essere libera come sono liberi i ragazzi. I gatti. Gli uccelli.


Non voglio più dimenticarmi.
Almeno questo me lo devo.
Tornerò.