mercoledì 4 aprile 2012

La mia lista di desideri è un esercito di tarli che stanno cercando di distruggere tutto il bell'arredamento del mio sanctum interiore.
Voglio abbandonare a mezzo un progetto che non riesco a finire, e così crollano le mie aspettative di raggi di sole che mi svegliano con un bacio.
Voglio dormire, dormire, dormire. Voglio scivolare su tutte le ore della giornata come su una canoa incurante del fiume in piena. Così distruggo la mia illusione di essere precisa. Ottima.
Perfetta e instancabile.
Vorrei strapparmi di dosso queste merdosissime sneaker da adolescente e tornare a graffiare le strade bagnate di notte. 
Ma così otterrei solo più discordia, più sonno, una casa più disordinata a cui tornare.


Voglio un segno che mi dica cosa fare, ma così perdo fiducia nel mio istinto.


E poi a volte voglio cose che era giusto volere, per provarle e levarsi lo sfizio di averle provate. Per trovare riconferma della mia solitudine intellettuale in un mondo molto molto distratto.


Ed ecco che ho dipanato la storia di un anno in una simulazione ben strutturata di una giornata. Non ho bisogno di altro per conoscere già i limiti di tutti questi buoni propositi.
Finirà anche questa moda.


E il mio buonumore consueto viene logorato dalla noia. Dalla banalità. Dall'indolenza.




Posso solo sperare che una risata ci salvi, e che non ci seppellisca.

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