martedì 10 aprile 2012

Le mani lunghe dei miei sogni arrivano a disturbare la superficie del giorno,
increspandolo di memorie, di cose già viste, di immagini di desideri nascosti.
I brividi della notte mi si ripropongono, strattonando la mia attenzione.
Sono occhi come prigioni, momenti di fiato rubato.
E vorrei cantare le canzoni che da bambina mi ricoloravano la memoria del sogno per farlo diventare realtà, ma so che non posso, so che non devo.
Non posso usare i miei poteri questa volta, perché ne deriverebbero grandi responsabilità.


Eppure c'è qualcosa laggiù, in quei fiumi distanti, che mi inviterebbe a nuotare e nuotare, con la libertà infinita di avere la costa alle spalle e il mondo ancora davanti.
Ad abbandonarmi, perdermi, affondare. Scoprirne gli abissi verdi più remoti e lasciare che i pensieri di quel mare mi vibrino dentro, mi completino.


E poi aprire la bocca e fare entrare il mare dentro, in un bacio che affonda.
Alla fine vorrei solo quello, solo una volta, solo un momento.


Solo mani calde che mi prendano per le braccia e mi affondino.
Solo la testa leggera di chi non ha più ossigeno.


Vorrei, vorrei davvero,
svenire così nelle braccia del mare, catturare le onde,
affogare nel sogno,


vorrei davvero,
ma i sogni costano molta realtà.






...a blue blue sea
on a blue blue day

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