mercoledì 24 maggio 2006

Camminiamo attraversando il viale delle cinque di mattina. Il cielo ancora nero, le puttane vanno a letto per una volta da sole ed i travelli si fanno un paninazzo prima di tornare a casa.

Io e lei camminiamo lungo il viale. Alla nostra destra gli alberi ed i prati. Alla sinistra i lavori in corso. Ogni lampione tinge di blu la notte schiarendola.

Passa in bici l'Angelo dei Funghetti.
Urliamo Elio per svegliare gli eroinomani e i loro cani maledetti.

-Ore?
-Cinque e un quarto.

La parola d'ordine diventa: Assumiamo.
Assumi assumi assumi. Bleah. Assumi assumi!!
Cazzo vomiti idiota? Assumi!

-Acqua?
-Mh. Sì.
Assumiamo pure quella.

Passa di nuovo in bici l'Angelo dei Funghetti.

E assumiamo la strada macinandola per un tempo assurdo. Il cielo si fa indaco. Attraversiamo il Luna Park deserto. Le giostre sono mostri intriganti carichi di ricordi e di musica silente.

Il prato. Chilometri di prato davanti a noi. Che poi magari è più corto ma svanisce lontano.

-Cazzo ma è tutto bagnato!
-Ma chi cazzo si mette a bagnare il prato la notte?

-Spero la tua meta sia quell'albero...
-Sì.
-Ah perfetto.

Stendiamo il telone a righe, che spero diverrano quadretti o ondine da mare. Ok. Che freddo porco. Mettiamoci qui.

Ripassa lontano l'Angelo dei Funghetti. Cazzomerda, se passa di nuovo ci arriva la botta!

La luna è una falce perfetta nel cielo, perfetta come solo lei può essere. Da sud est ci guarda, aspettando di venire inghiottita dall'azzurro del cielo. Azzurro come lei.

-Bene. Che si fa?
-Boh.

Lei è stesa a terra. Aspetta che un albero la prenda.
Io sono accoccolata con il maglione a coprirmi le ginocchia e le gambe fino ai piedi nudi.
I miei anfibi mi guardano.

-Guarda. Gli manca solo la parola.
-Eh sì.

-Lo vedi l'albero sedanone?
-Uh?
-Io parlerò con lui.

-...Ah, va bene.

Sale il sole. Immobili si muove solo lui. E' proprio davanti a noi, e fa capolino da dietro una casetta.

-Eccolo eccolo il bastardo!
E' l'alba di una nuova Era!!!

Si aprono finestre gialle sull'erba, tagliate dalle ombre degli alberi.
Tutto ciò che tocca il sole con i suoi primi raggi lo fa d'oro, e questa è una oggettiva verità che non si può negare. Vero? Vero.
Bene.

Silenzio.

-Allora?
-Mah.

Silenzio.

-Ci starebbe da Dio una birra ed un cannone.
-Già.

-Io vado a pisciare.

Silenzio.
Gli alberi si liquefanno lentamente. Lentamente i rami scendono sui tronchi ma non toccano mai il suolo.

-Vabè. Passami le sigarette.


La fiamma dell'accendino svanisce nel sole che ci acceca gli occhi, fortissimo davanti a noi. Fa troppo freddo per cambiare posizione.

-Minchia fai schifo, togli il maglione, sembra che ti manchi il corpo.
-No, cazzo, fa freddo!

Si alza il vento. Osservo la sigaretta.

-Ire.. Ire..! Ire guarda!!!

MAGIA.

Il fumo viene srotolato via dall'aria in controluce. Una scia bianca di mille riccioli. Un treno dai vagoni impalpabili che fugge lontanissimo e si disperde. Rotola e si disperde.

Guarda!

-I pescetti di fumo! Guarda!
-Cazzo sembra una spina dorsale che... se... ne... va...

Wooooosh.

-Guarda sembra... Fiiiicoooo.

Non stacco gli occhi. La lascio fumare dal vento e non stacco gli occhi da quel miracolo. La scia matematicamente corretta che mi manda in palla in cervello mentre cerco di darle una spiegazione. Si scioglie partendo da un punto come un nastro.
Ora sono fate che nascono da fiamme trasparenti. Una danza di demonietti.  Di coccodrilli.

Senza pensarci ne accendo un'altra, spegnendo la prima.
La accendo e la rimetto controluce, lasciandomi affascinare.
Miiiiiinchiaaa...
Se la porta tutta via.  Guarda, è un nastro sinuoso che si sfà mentre volteggia.
Ci sono davvero i riccioli, le volute, le curve... C'è tutto e non era mai così.

-Sai a cosa sto pensando?

Sto pensando alla professoressa di Fisica.

-Alla Giannini che è contro il fumo.

Professoressa, che cretina ad essere contro il fumo. Beccati questo.

-Ah.

Ne accendo un'altra. La resto a guardare. La mano è stanca di stare sollevata e non la sento più.
La continuo a fissare mentre si consuma la carta, lontana dai miei occhi pieni di meraviglia.

Woooosh.


Raggiunge la sua fine, mentre il vento cala. Ne bacio il filtro, inspirando monossido e catrame.

-Andiamo?

Dai, rispondi tipo film dicendo "Andiamo!".

-Mi sto addormentando.
-Mh.

Andiamo.

-Che torta comunque.
-Ah boh.

Raccattiamo le cose, e guardiamo il prato a scacchi di sole. Noi siamo nell'ombra.

-Ma che idiota il sole! Dovrebbe salire, mica spostarsi da una parte!

Corri corri che ho freddo cazzomerda.
Guardo le ombre sull'erba che lascio camminando. Ma che figo. E' proprio vero.

Raggiungiamo il sole. Ci fermiamo. Godo.
Se ti giri vedi le nostre ombre, lunghissime.
Sembriamo dei cosi lunghi.

-Ange che schifo sembri una testa a pinolo. No, sembri un'ombrellone.
-Guarda se faccio così ahahahah
-Cosa?

Woooooosh
Sono un manga di Ai Yazawa. Sono una Charlie's Angel. Sono un stellina. Sono un'omino filiforme.

-Guarda, riesco a prendere il vialetto con le mani da quaggiù.
-Mh. Sei scema. Mi scappa da pisciare.

-Noooo Ire!! Hai fatto scappare il Merlo del Buongiorno!
-...

Tra ombra e sole percorriamo il viale, l'ombra è fredda. Il sole è caldo. Arriva la prima gente che dorme troppo per aver sonno il lunedì mattina. Gente con i cani. Gente con le scarpe da ginnastica. Il Guardone della Domenica Passata. Il Vecchio Aitante. La Pattuglia Antifungo.

-Guardami guardami Ire! Cosa sono?
-Una testa di cazzo?
-Nooo! Guarda la conformazione della cappella
-Ah, sei un fungo.

Sono l'ombra di un funghetto allegro.

-Ahi! Mi ha punto una bestia. Ah. No, era un Uomo Prestante.

-Ma che cazzo fa il sole se qui è ancora tutto bagnato?
-Ma come mai è bagnato poi?
-E' come in Fantasia. Ci sono le fatine che la notte lo bagnano.
-Ma perchè le mettono nei cartoni queste cose? Hai bambini non gliene fotte un cazzo di saperle, mica se lo chiedono. Cazzo, ho diciannove anni e me lo chiedo solo ora.
-Perchè sei scema Ire. Sono le fatine comunque.
-Ah.

Attraversiamo il prato. Passano i primi autobus. Li guardo carica di invidia. Maledetti autobus.

-Andiamo a fare colazione in piazza Puccini?
-Cooooosa? Ma è lontanerrimo.
-Veramente è qui dietro.
-Ah.

Camminiamo. Ho sonno e sto tutta imbarcata con il mio maglione che se potesse sarebbe lungo fino a terra. Camminiamo e guardo il sole. Guardo le case. Guardo le persone. E' tutto uguale, ma tutto brilla. Tutto ha odore di mattina. Di sole. Di cose vive. Tutto splende. Lei mi parla e tutto splende.

-Guarda sono una Lesbica Maschiaccio da manga.
-E io chi sono?
-Te sei una collegiale giapponese lesbica. Sono una Lesbica Maschiaccio. Guarda mi atteggio da Lesbica Maschiaccio.
-Allora io mi atteggio a Deficente.
-Va bene.

Ci atteggiamo per le strade ed io non la smetto di sorridere al mondo che fa Wooooosh.
Wooooosh le macchine. Tutto splende come incanto. Woooosh le persone.

-Ahahah i liceali
-Ahahah

Entriamo in un bar. C'è una tipa alla cassa che ha una faccia prestampata e che annuisce per tutte le cose. Annuisce. Annuisce un sacco cazzo. E' fantastico. Guardala che annuisce. Ottanta centesimi. E annuisce. Mi da una pasta? E annuisce. Ha i riccioli rossi e annuisce tantissimo. Che figata.

Lei si avvicina alla macchinetta dei giochini mangiasoldi. Preme i tasti sui quiz.

-Guarda i punteggi alti.
-Si. Uh. Only Girls! Non ci ha giocato nessuno.

E lei preme preme preme lo schermo. Premi info. Premi. Info. Su Only Girls. Premi Info.
Non so quanti minuti passano. Io cado dalla sedia per premere info.
Irene fa Woooooosh.
E preme Info.

-Cazzo cazzo cazzo Ange paghiamo e scappiamo.

Woooosh.
Ahaahhahhahah. Premi Info.
Che figata.

-Ho ancora fame. Prendiamo una pasta a metà.
-Va bene.

Contiamo i soldi. Un cornetto alla marmellata.
-Scusi mi da un cornetto alla marmellata?
La tipa annuisce.

-Ok Ange. Dividilo.
-Dividilo?

..Guardo il cornetto. Avvicino le mani al cornetto. "Dividilo?". Ma... Ma non si può dividere un cornetto! Come si fa?

-Non lo so fare!!!
-Come no?
-No come si fa?
-Dividilo!!
-Oddio Ire scappiamo!

Usciamo di corsa dal bar, nel panico con il cornetto che effettivamente non si può dividere. Cioè. Un cornetto è un unità. Come cazzo fai a dividerlo? Non ci sono nemmeno i trattini.

-Arrivederci!
La tipa annuisce.

Lei mi strappa il cornetto di mano e lo taglia magicamente.
Caaaazzooooo.. Uao.

Abbiamo ancora fame. Credo. Io rido. Lei ha fame e non abbiamo altri soldi.
Siamo per strada e sorrido ai liceali.

-Ma dove siamo?
-Idiota.

Lei mi porta verso la fermata, sta tutto brillando. Guarda quanto cazzo splende tutto. Io vedo gli autobus splendere e i suoni dei motori fanno Wooooosh.
Stiamo ridendo fino a star male. Mi trovo a ridere con le mani sulla bocca e la faccia appiccicata alla sua. Lei mi porta in mezzo al traffico verso la Fermata Splendente.

Ci saranno migliaia di persone ad aspettare l'autobus.

-Ire ma io cosa sembro scusa?
-Sembri una collegiale Giapponese.

-Ma sei sicura? Secondo me sembro tipo una tipa da Life Is Pain. Guarda, ho il maglione nero ed i capelli lisci. E poi ...

Le sto dietro. Sono un'ombra sulla Lesbica Maschiaccio. Sono la Collegiale Giapponese della Morte!

-Ma ci pensi che tutta questa gente è tipo roba seria che va a scuola o a lavoro?
-E che c'entra, e noi cosa siamo?
-Io sono un coso! Cosa sembro?
-Io sono una Lesbica Maschiaccio che ha passato la notte nel parco con l'Invicta.
-Sì ma te almeno hai lo zaino, io sembro una senza zaino!

Arriva l'autobus. Tutti sopra.

-Guarda! Ma ci entrano tutti! Come è possibile?
Saremo minimo mille miliardi di persone su un autobus.
-Come è possibile?
-Cazzo!

Scendiamo alla fermata sbagliata. Osservo la gente e mi tiro giù la gonna. La strada è splendente di grigio. Cammino seguendo la Lesbica Maschiaccio e sono La sua Collegiale Giapponese della Morte. Ci fermiamo davanti ad un negozio che fa specchio con la vetrina. Lei si scioglie i capelli ricciolini. Minchia sembra Doris Day! Chi cazzo è Doris Day? Io non lo so. Ma lei ci somiglia. Sono dietro di lei. Non sono una Collegiale. Sembro... Ho i capelli lunghi. Sembro un Mocio. Sono la Scopa della Morte!

-Ire Ire guarda sono la Scopa della Morte!
-Che cazzo dici?
-Si si guarda sono la Scopa della Morte!

Seguo la Doris Day Comunque Lesbica verso la strada di casa.
La parola d'ordine è Prendere i Soldi.
Un raggio di sole illumina i Ricciolini di Doris Day Comunque Lesbica e io faccio Wooooosh.

-Ire! Hai i capelli d'oro!
-Eh?
-Sono la Scopa della Morte!

Forse sarebbe più Shirley Temple, mi dico, non sapendo chi cazzo sia Shirley Temple. Dobbiamo attraversare la strada piena di pazzoidi sfigati che vanno davvero a lavorare il lunedì. Lei ferma il traffico con una Parola del Potere.
Io faccio Wooooosh. Cazzo si fermano davvero. Porca Merda si sono fermati.
C'è un palo. E sul palo c'è un adesivo. Giallissimo. Un adesivo stragiallo che mi chiede: Cerki il Tipo?
Wooooosh.

-Ire, Cerki il Tipo?

Lo stacco.

-Ire ma te Cerki il Tipo?

Camminiamo.

-Ire ma Cerki il Tipo?
-Cazzo smettila!

Sono la Scopa della Morte con un adesivo giallo sulla mano.

-Ire Cerki il tipo?

Parola d'Ordine: Prendere i Soldi.
Attacco l'adesivo sulla porta. Mi chiede se Cerko il Tipo.

-Ire ma te lo Cerki il Tipo?

Mi dice di prendere i soldi e uscire subito, siamo alienate dal casino immenso che c'è nella Casacantina. Prendo i soldi. Li stringo in mano. Tanto non ho le mani. Sono la Scopa della Morte.
Andiamo verso il bar. Il tipo che serve le cose ha gli occhi azzurrissimi. Minchia. Non ci credo. Ha davvero gli occhi azzurri. Ma sono proprio azzurri. Allora guardo gli occhi azzurri e chiedo due cappuccini e due paste. Il sole filtra tra le vetrate e c'è un tavolo in simil-marmo, nella stanzetta accanto. Le sedie sono di plastica trasparente ed il sole lo rende silenzioso. Tutto è silenzioso. Vado a pagare e stringo il resto in mano. Tanto non ho le mani.
Il tavolo è vicino ad un frigorifero di metallo. Passo tra il tavolo e questo e guardo la fessura in cui sono passata. Sarà larga venticinque centimetri. Wooooosh. Sono passata in venticinque centimetri. Sono il Polipo della Morte!
Lei si siede. Guarda la pasta. Guarda il cappuccino. Ride. Irene fa Woooosh. E Ride.

-Ange... Guarda... Come faccio ad affrontarlo?

Lei guarda il cappuccino cercando di prenderlo in mano, e lo riabbassa sempre.

-Come faccio ad affrontarlo? Non ci riesco. Non posso berlo!

E ride. Sta piangendo dal ridere. Io vedo le cose. Vedo tutte le cose e divento un microscopio. Tutti gli atomi del tavolo sono nei miei occhi mentre Irene fa Woooosh e ride.
Cerca di mangiare la pasta e ride.
La pasta più lunga della mia vita.
Io rumino il cibo lentamente, e la guardo facendo Woooosh. Tutto fa soltanto Wooosh. Ogni cosa ed ogni suono. Osservo il quadro di Mirò e mi cade la testa.

-Ire guarda mi cade la testa.
-Come faccio ad affrontarla? Guardala, sembra un pesce!

E piange dal ridere. E io faccio Woooosh guardando il frigorifero.
Un limbo infinito di tempo in cui lei ride e io sento gli occhi giganteschi poter apprendere tutte le immagini del mondo. Tutto splende mentre lei ride e non riesce a mangiare. Io rido e cado nella tazza piena di schiuma. La schiuma ha i riccioli. La schiuma è Doris Day. Il Polipo della Morte sente i suoni delle monete.

-Chi cazzo li ha ridotti così i soldi?

Chiedo, vedendo le banconote tutte accartocciate. Le prendo in mano per guardarle meglio e le accartoccio. Faccio Woooosh e rido.
Lei cerca di mangiare e ride.

Poi fluttuo con lei verso casa. Aleggio alle sue spalle come la Scopa della Morte e mi chiedo se Cerka il tipo. Lei ha un piano diabolico e io crollo dal sonno.

Ore? Dieci e Mezza.

Siamo a casa. I letti sono per terra e in un attimo sono per terra sul letto.
Clack. Fuuuuh. Clack. La cartuccia del Nintendo64. Fuuuuh. Ci soffia sopra. Io la guardo con l'occhio che non è stato mangiato dal cuscino. E rido.

Ittse Meee! Mario!!!

Mario64. Mai scelta fu più malata. Comincio a ridere vedendolo camminare nel castello treddì. Mario ha il naso tondo e gli occhi azzurri e gli chiedo una pasta. Poi gli chiedo se Cerka il Tipo.
Lei muove il coso a caso premendo i tasti e Mario si spiaccica contro il muro con il naso tondo.

Uiiii!

Dice Mario, mentre io non ho più la forza di ridere. Mario entra nei muri e io faccio Wooooosh.
E lei fa Woooosh.
Il mondo Marino. Le bollicine fanno rumore.
Cazzo! Le bollicine fanno Rumore!

-Ire! Le senti le bollicine?

Lei fa Woooosh e cerca di prendere le stelline sull'anguillone.

Che figata. Bawser viene preso per la coda e fatto volteggiare. Ho gli occhi così pieni che dormo ad occhi aperti nel mondo di Mario. Bowser Esplode. Io poi dormo.










"Ciao Angelica!
Ho comprato per te questi al banchetto "Innocenti". Spero creerai ancora mille avventure col divertente ausilio di queste simpatiche Muffe... Pensa! Con lo fantasia raggiungerai ogni mondo fatato per sognar!
Auguri!
Irene

(Ti allego Num. 2 Stelline per gli sfondi delle tue Avventure)"








Wooooosh.





sabato 20 maggio 2006

Ho un'arco di violino che mi carezza la pelle delle braccia
Ed un coro di urla, di voci, di fiati nella testa.

Appannano con il loro respiro le finestre dei miei occhi,
lasciando tutto ciò che c'è di lucido nell'estasi all'interno della mente.

Io vedo, lo giuro. Lo vedo con l'occhio della mente.
                                                                                   E' strano... Non seguirlo...

Invece in quel vortice di dubbio mi lascio prendere e triturare il cuore.
Nell'unica cosa che mi rende salva. Consapevole davanti alla vita,
davanti alla vita quando la si vive in un corpo.
Consapevole davanti alla vita vissuta in un piccolo corpo.

E non vorrei evadere, non come Maria la suicida.
Non come la mia Maria Violentata
Vorrei solo diventare così grande da non perdere metri di intestino nello srotolarsi antiorario delle mie membra.




So solo parlare di questo, perchè è solo questo che mi ha generata, e non creata.
So pensare solo a questo, perchè mi faccio a brandelli sempre più piccoli per non lasciare tracce di me, ed è con questo che il vento mi tesse con un filo di seta, riportandomi a casa.
So convincermi solo di questo, perchè il resto mi fa paura, così innoquo mentre mi lascio cadere.

E questo è quello che mi salverà, non la mia misericordia.
Non il mio amore.
Non l'Omertà.


Questo mi salverà quando esisterò senza di me.



Comincia il conto alla rovescia sull'Ego Counter.





lunedì 1 maggio 2006

E' una spirale viola sullo stomaco,
che succhia se stessa fino alla pancia.
Risucchia aria, lasciandoti senza respiro.

E' la fine di qualcosa
E' il parto con la morte della madre
E' il piangere per quel dolore di mille empatie contraffatte
riscaldato e servito in tavola, ogni volta.

E quindi sono battiti del cuore
Grancassa di sfondamento nel diaframma.

Ed è il crescendo, è il poter solo gridare le stesse cose per non morirne
E speri di soffocare
di lasciare il corpo
di godere e basta.

E' la mia soave malattia.






6 Minutes untill release.
Release Spirit

safaf